Classe 1958, cresciuto sulle note dei Beatles, già suonava i primi accordi di chitarra all’inizio degli anni Settanta, dedicandosi anche all’ascolto attento di tutto quello che la musica di allora offriva, con il dirompente effetto dell’innovazione portata dal rock che sconvolgeva un’intera generazione. In questo contesto lentamente emergono il carattere e la sua attitudine musicale, specialmente dopo l’incontro con il tastierista Massimo Metalli, compagno di scuola e di vita, con il quale trascorre un periodo formativo alla ricerca di punti in comune sull’orientamento artistico e sui gusti musicali del momento. Considera anche l’aspetto del vocalist con l’attento studio dei testi in inglese delle cover da eseguire, ma soprattutto scopre l’energia e il suono di un nuovo strumento: il basso.
Così a diciassette anni imbraccia il suo Fender con il primo gruppo, La macchina del tempo, che diventa presto Estro, suonando in principio alle feste di liceo e poi in varie occasioni. I pezzi in scaletta sono ovviamente di matrice rock: dai Grand Funk ai Deep Purple; dai King Crimson a E.L.P. passando anche per Santana, dandogli modo di affinare la sua tecnica strumentale e vocale.
Sul finire degli anni Settanta, l’Estro, già assorbito dalla magica essenza dei Genesis, subisce dei radicali cambiamenti che vedono l’ingresso di Giampiero Sparagna al basso e lo spostamento di Ugo alla batteria. Il primo set di batteria (Tama) accompagnerà tutto il periodo formativo degli anni Ottanta e gli studi presso la scuola “Saint Louis “ di Roma, dove la conoscenza e la pratica dei ritmi americani come Jazz e Funky e lo studio di metodi (Jim Chapin e Rick Latham) importati dagli USA dal maestro Maurizio Dei Lazzaretti, affinano la tecnica e fanno scaturire idee anche per la composizione di nuovi lavori del gruppo, ormai orientato verso una produzione propria.
Gli anni Novanta portano negli Estro dei periodi di pausa, ma anche la voglia di suonare: ingaggiati da locali e pub, parte la nuova avventura con le cover, coadiuvati dalla voce femminile di Mirella Maggi e dalla chitarra di Gianni Barbati. Come batterista e vocalist, Ugo interpreta un vasto repertorio: Pink Floyd, Genesis, Tears for Fears, Queen, Phil Collins, Toto, Randy Crawford, Beatles ecc.
Sul finire del decennio si entra definitivamente nel mondo dei Genesis: l’arrivo del vocalist Antonello Bitocchi, specialista del Gabriel style, consente la realizzazione di molti brani dei Genesis “prima versione”. Il lavoro di Ugo resta sempre teso allo studio sia dei ritmi particolari a volte dispari, sia dei suoni della batteria, procurandosi appositamente dei set dell’epoca (Gretsch e Premier).
Parallelamente all’attività di drummer Ugo Cosentino ha coltivato negli anni la sua passione per la chitarra, dedicandosi costantemente alla acustica / elettrica (6 e 12 corde) e allo studio delle armonie, delle accordature e degli arpeggi tipici dei Genesis, oltre che a comporre propri brani strumentali.